testi tratti da opere di Henri Michaux e raccolte di poesie provenienti da diverse tradizioni : inuit, amerindiana, pygmee.
testi che ci hanno accompagnato testimonianze su Hiroshima e Tchernobyl, i libri di Van Eeckout e di Luria su dei casi di afasia.
con Céline Krauss, Anna Teotti
luci Stefano Franzoni
costumi Le Couturières
regia Anne Zénour
ringraziamo per l’interesse e la disponibilità a seguire il processo di lavoro Filippo Barra, Carla Bagnoli, Luca Carli Ballola, Giada Tognazzi, Alain Volut e Gabriele Usberti
realizzato alla Corte dei Miracoli (Siena) e al Capanno di Ribatti (Toscana) nel 2006; presentato tra il 2006 e il 2008 a Siena e a Segovia (Spagna)
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L’esorcismo, reazione in massa,
attacco d’ariete,
è il vero poema del prigioniero.
Non ne sarà mai consigliato abbastanza
l’esercizio a chi vive suo malgrado
in dipendenza infelice
Ma avviare il motore è difficile,
solo la quasi disperazione ci riesce.
(Henri Michaux, Prove, esorcismi)
UNO SPETTACOLO SUGLI EFFETTI DELLA VIOLENZA
E SU UN TENTATIVO DI ESORCIZZARLA
Qualcosa, un ricordo o una prova troppo dura, ha bloccato tutto..
(Henri Michaux, I devastati)
Le protagoniste dello spettacolo sono due ragazze che si ritrovano sole dopo un episodio di violenza che ha distrutto completamente il loro mondo. Per sopravivere e non essere per sempre schiacciate dal terrore, inventano una serie di esercizi, che sono come le tappe d’un tentativo di resilience. Siamo partite da due libri: Il Grande Quaderno di Agota Kristof, dove, in una paese in guerra, due gemelli costruiscono un proprio sistema di difesa e di “ governamento” del mondo che le circonda, e da Le gemelle che non parlavano di Marjorie Wallace, nel quale delle gemelle si chiudono completamente al mondo esterno per compiere i propri rituali e impadronirsi così di tutta la crudeltà latente che le circonda.
Dopo una prima fase di lavoro, la relazione tra le due ragazze, fatta di odio e di amore, ci è sembrato troppo rinchiusa su se stessa, perché quello con cui volevamo confrontarci era l’effetto che un estrema violenza può avere su un essere umano ma anche la possibilità di ritrovare un umanità, e non un ulteriore chiusura come nel caso dei gemelli e delle gemelle.
Prove, esorcismi, scritto durante la guerra, e altri scritti di Henri Michaux sono stati determinanti per condurre questa battaglia. Siamo state sostenute dal coraggio e dall’insolenza di Michaux, con i suoi modi da ‘bricoleur’ disperato e accanito, il suo lanciarsi nel buio con il rischio continuo del fallimento, per liberarsi, per scuotere la cappa di piombo che può atterrarci, paralizzarci, renderci incapaci di qualsiasi movimento – movimento che lui, Michaux, esalta: movimenti di squartamento e di esasperazione interiore, movimenti di esplosione, di rifiuto, movimenti degli scudi interiori, movimenti al posto di altri movimenti, per rinascere, per cancellare, per chiudere il becco alla memoria, per ripartire.
Da queste diverse influenze è rimasta forte la nozione di tentativo e di esercizio: un combattimento inventato passo dopo passo, mossa dopo mossa contro le forze nefaste che uno può aver interiorizzato.
È uno spettacolo fatto in gran parte di gesti, di tentativi di locuzione, di testi che tornano a brandelli, e di un rapporto fisico esacerbato tra le due protagoniste.
Spirito dell’aria
Vieni veloce!
Vieni e annienta la malora!
Fino a ieri non sapevamo d’altro, e credevamo
Di avere quanto ci occorreva- l’adrenalinico coraggio della tigre,
la discrezione del camaleonte, la modestia della daina,
Esercitare la propria virtù civica non era
Così impossibile dopo tutto; ridurre le nostre perdite
E seppellire i nostri morti era davvero facile…
Ma allora eravamo bambini: questo era un momento fa,
Prima che una novità offensiva fosse introdotta
Nelle nostre vite. Perché non siamo stati messi in guardia?
Forse lo siamo stati.
Forse quel misterioso ronzio dietro il cervello
Che sentivamo a volte – sedendo soli
Nella sala d’aspetto di una stazione di campagna, guardando in alto
La finestrina della latrina- non era indigestione
Ma questo Orrore che cominciava a farsi strada?
Come e Quando avvenne non lo sapremo mai:
Possiamo solo dire che è presente, e che nulla
Di quanto imparammo ora ci serve minimamente,
perché nulla di simile è accaduto mai. E’ come se
Avessimo lasciato la casa cinque minuti appena per spedire una lettera
E nel frattempo la stanza da letto avesse cambiato posto
Con quella di dietro del caminetto;
È come se, svegliandoci d’improvviso, ci trovassimo
Sdraiati sul pavimento, ad osservare la nostra ombra
Pigramente sdraiati alla finestra.
Intendo dire che il mondo dello spazio in cui gli eventi si ripetono c’è sempre
Ora soltanto non è più reale; quello reale non è in alcun luogo,
È dove il tempo permane immobile e niente può accadere.
Intendo dire che per quanto ci sia una persona di cui sappiamo tutto,
che ancora porta il nostro nome e ama se stessa come prima
quella persona è diventata una finzione
la nostra vera esistenza è decisa dal caso e non ha importanza l’amore.
Ecco perché disperiamo; ecco perché vorremmo dare il benvenuto
Al babau della nursery o allo spettro della cantina, perché anche
L’ululato violento dell’inverno e della guerra è divenuto
Come un motivo da jukebox che non si osa fermare.
Temiamo il dolore, ma temiamo di più il silenzio;
Perché nessun incubo di oggetti ostili potrebbe essere terribile come questo vuoto.
Questa è l’abominazione. Questa è l’ira di Dio.
(W.Auden, Oratorio di natale)